La storia dei Templari in breve

La situazione al tempo della prima Crociata (1096-1099)

L'effetto della prima crociata fu la conquista della Terrasanta e, specialmente, di Gerusalemme. Dopo la vittoria, però, la maggior parte dei crociati fece ritorno a casa, lasciando il nuovo regno ad affrontare due problemi importanti: quello della carenza di popolazione cristiana e di truppe ad assicurare la sicurezza. Le strade erano costantemente infestate dai predoni dall'Egitto, profughi musulmani dalle montagne e beduini dal deserto.

Il controllo delle strade costituì un'emergenza sia per assicurare i pedaggi dei convogli mercantili che arrivavano, sia per garantire la possibilità di visitare in sicurezza i luoghi santi. Nel 1119, ad esempio, ci fu un terribile massacro di pellegrini lungo il Giordano che scosse l'intera società cristiana e costrinse i capi cristiani a riunirsi l'anno seguente e discutere sulla effettiva protezione della Terrasanta.

Hugues de Payns, che intanto aveva costituito una confraternita di militari laici sembrò arrivare al momento giusto. Baldovino II e il Patriarca di Gerusalemme valutarono la loro utilità, specialmente se si fosse trovato il modo di farla diventare una milizia indipendente, soggetta solo alla Chiesa.

Hugues de Payns e i suoi fecero il primo passo: intorno al 1120 presero i tre voti monastici di obbedienza, povertà e castità davanti al Patriarca e Baldovino II donò loro l'edificio posto presso i resti del Tempio di Salomone, per cui per tutti diventarono "Templari". I Templari, però, non facevano proselitismo tanto che secondo Guglielmo di Tiro rimasero in nove fino al 1129. Questo non piaceva a Baldovino II che fece pressioni affinchè aumentassero  di numero e creassero un vero ordine militare per poter veramente garantire l'ordine e la protezione.

Nel 1127 Hugues de Payns ed alcuni suoi compagni lasciarono Gerusalemme per andare in Occidente con lo scopo di reclutare uomini e, specialmente, avere il riconoscimento della Chiesa.

Negli anni che seguirono Hugues de Payns viaggiò per tutta l'Europa e prese contatti con molti personaggi importanti, tra cui, probabilmente il papa Onorio II a Roma. Il suo progetto era quello di fondere le figure di monaco e guerriero.

Una persona che avrebbe certamente potuto aiutarlo era Bernardo di Chiaravalle, il più grande mistico di quel tempo, una persona che univa un'eccezionale abilità comunicativa alla capacità di muovere le leve giuste nell'ambiente religioso e politico. E' probabile che Hugues de Payns si sia rivolto a Bernardo subito al suo arrivo in occidente e, presumibilmente, l'idea di formare un ordine di frati dedicati alla guerra sarà sembrata assurda all'abate. Ciò che è certo è che all'inizio Hugues de Payns fu completamente ignorato da Bernardo.

L'Europa di quel periodo, tra l'altro, aveva i suoi problemi. Il X secolo è infatti chiamato "secolo di ferro" perchè in tutte le regioni d'Europa si viveva in un clima di anarchia, caos delle istituzioni e violenze generalizzate. Non erano al sicuro nemmeno le chiese: nel 1074 fu teso un agguato all'arcivescovo di Tours, nel 1080 toccò la stessa sorte al vescovo di Liegi e nel 1083, a Terouanne, fu addirittura attaccata la cattedrale, in cui furono profanate le reliquie, rubarono gli arredi di valore e mutilarono orribilmente il vescovo.

La Chiesa aveva cercato di arginare questi episodi di violenza, ma la minaccia della scomunica sortiva solo effetti provvisori.

Alla luce di queste evidenze, si comprende la benevolenza con cui la Chiesa ed i grandi feudatari, visitati da Hugues de Payns, accolsero il progetto di un ordine militare-religioso ed il cospicuo arruolamento di cavalieri senza ruolo fisso che avrebbero smesso di vivere come banditi. Rimaneva da decidere il "come" si sarebbe potuto creare un simile ordine che non aveva precedenti.

 

Il concilio Troyes

I vescovi delle aree più colpite organizzavano periodicamente delle grandi assemblee per convincere i capi locali a bloccare le violenze almeno durante le festività religiose. Nel 1129 una delle tante assemblee, promosse dai vescovi locali, si svolse a Troyes alla presenza del legato papale cardinale Matteo d'Albano.

Questo concilio fu anche l'occasione giusta per discutere sulla nuova costituzione dell'ordine Templare, dato che era presente anche Bernardo di Chiaravalle con i più importanti abati cistercensi.

Costituzione che aveva problemi di non facile soluzione. Non si trattava più di costituire un ordine militare che seguiva valori religiosi, quanto quello di fondare un ordine di frati che si dedicavano alla guerra e quindi all'omicidio. Un problema etico di non poco conto.

La morale cristiana aveva infatti sempre avuto un atteggiamento di rifiuto verso la professione della guerra, anche se nessun passo dei Vangeli condanna direttamente la guerra in sè o coloro che la combattono. Fatto sta che sin dai primi tempi del cristianesimo la scelta militare veniva vista come un atto di disprezzo verso la legge di Dio e c'erano  santi che per abbracciare la vita cristiana avevano dato l'addio alle armi.

Hugues de Payns aveva già provato sulla propria pelle questa linea di pensiero. Nel 1128, infatti, il priore della Grand-Chartreuse gli rispose che: "E' inutile attaccare i nemici esterni se non si dominano quelli interni, cioè i vizi, e non è produttivo cercare di liberare la Terrasanta dagli infedeli, se non si è liberata la propria anima dalle sue mancanze". Il priore non mancò di citargli anche una lettera di San Paolo agli Efesini, scrivendogli che: "non è infatti contro avversari in carne ed ossa che dobbiamo lottare, ma contro i Principati, le Potenze, i dominatori del mondo delle tenebre, contro gli spiriti del male che abitano gli spazi celesti".

D'altra parte i gravi problemi attraversati dalla società occidentale del X secolo, accentuati dalle violenze perpetrate dagli Ungari e dai Normanni, ancora pagani, avevano tuttavia favorito da parte della Chiesa un atteggiamento più moderato dei confronti della pratica militare. Pian piano lo scontro tra il papato e l'impero per affrancarsi dalle interferenze del potere laico, favorì la necessità che i pontefici disponessero di una milizia al loro comando, ma erano sempre dei laici che prestavano la loro opera per la Chiesa.

La proposta di Huges de Payns era rivoluzionaria, distante dalla mentalità del monachesimo che per secoli si era sviluppata.

Anche Bernardo di Chiaravalle condivideva l'ideale del "contemplus mundi", cioè la convinzione che si possa raggiungere la salvezza eterna solo nel ritiro del chiostro, con l'ascesi, abbandonando il mondo e tutte le sue molteplici corruzioni. Tra l'altro conosceva bene le abitudini della cavalleria laica dato che lui stesso vi apparteneva per nascita: arroganza, lusso e gusto della sua ostentazione, aggressività e violenza. Come poteva tutto questo conciliarsi con la vita religiosa?

Già da tempo ci pensava. Per lui vi era un unico modo: isolare le persone che possedevano un sentimento religioso maggiore degli altri, indottrinarli e prepararli alla vita del nuovo ordine attraverso un itinerario di disciplina lungo e rigidissimo.

Secondo Bernardo il fine di chi si faceva Templare doveva essere quello di espiare i suoi peccati mettendo la propria vita al servizio della protezione di Gerusalemme. Una specie di crociato a vita che, se fosse morto, la sua anima sarebbe stata quella di un uomo caduto in servizio per la difesa della Chiesa e della fede.

I Templari avrebbero dovuto uccidere solo i Saraceni e mai i cristiani. L'uccisione dei Saraceni avrebbe significato l'assassinio di assassini, eliminazione di quanti si facevano strumento del male: non omicidio, quindi, ma malicidio. Il cavaliere Templare si doveva  fare  servo della fede combattendo e dando la sua vita come San Michele Arcangelo, capo delle schiere celesti contro le potenze delle tenebre che  trafigge il demonio nella grande battaglia dell'ultimo giorno.

L'arroganza della cavalleria secolare doveva essere temperata con una pratica inflessibile dell'umiliazione personale affinchè lo spirito del servizio venisse sempre prima degli obiettivi materiali e la causa prevalesse comunque sull'uomo. Il nuovo Ordine avrebbe avuto bisogno di una disciplina durissima, tale da frenare l'orgoglio e il desiderio dell'affermazione personale. Dovevano imparare a sottomettersi ad un regime di obbedienza assoluta. In tal modo sarebbe nato un organismo fortemente omogeneo e coeso, che poteva funzionare in maniera ammirevole purchè i comandanti avessero sempre mantenuto una stretta sorveglianza e una disciplina inflessibile.

Hugo de Payns condivise e accettò le idee di Bernardo. Ora poteva essere soddisfatto. Anche se l’ordine del Tempio era nato intorno al 1120 a Gerusalemme, effettivamente fu fondato a Troyes nel 1129.

Quello che ora bisognava fare era la sua regola.

 

La regola

La regola dell’Ordine del Tempio, adottata al concilio di Troyes, fu il risultato di una delibera collettiva. Hugues de Payns presentò le regole che avevano guidato i cavalieri fino a quel momento e i membri dell’assemblea ne discussero. Alcune regole furono mantenute, altre modificate, altre ancora rifiutate.

Si è scritto spesso che sia stato Bernardo di Chiaravalle a scriverla di suo pugno. Ciò non corrisponde al vero: nel prologo della regola è detto che il compito di mettere per iscritto gli articoli, elaborati a partire dalle proposte di Hugues de Payns e corretti dai padri del concilio, era stato effettivamente affidato Bernardo, ma lui se ne sgravò cedendolo ad un chierico di nome Jean Michel: “Io, Jean Michel, per grazia di Dio ho svolto il compito di umile scrivano della seguente pagina, su richiesta del concilio e del venerabile padre Bernardo abate di Clairvaux, che era stato incaricato di questo divino compito

La regola è di ispirazione benedettina e non agostiniana come si potrebbe pensare. I templari mantennero sì i riti agostiniani, ma per il resto è evidente l’influenza benedettina tanto che in alcuni punti la regola del Tempio riprende parola per parola quella benedettina. Dodici delle diciannove citazioni bibliche presenti nella regola del Tempio, compaiono nello stesso contesto anche in quella benedettina. Le pratiche per entrare nell’ordine e quelle che guidano la vita conventuale, sono riprese da San Benedetto.

Simonetta Cerrini, una delle maggiori studiose dei Templari, attesta addirittura che il testo latino della regola ricalca interamente la regola di San Benedetto.

Bernardo impresse comunque il suo segno sul piano spirituale. I nuovi frati-cavalieri dovevano avere  uno stile di vita conventuale molto simile a quello cistercense, ma per la liturgia potevano continuare a seguire l'Ordinario usato dai canonici del Sepolcro. Inoltre dovevano osservare un culto speciale per la Vergine Maria, cui l'Ordine era dedicato.

Il Templare sarebbe stato un frate a tutti gli effetti, ma bisognava glissare sulla rinuncia al mondo e la mortificazione della carne. Non potevano rinunciare completamente al mondo, dato che erano stati creati per difendere la Terrasanta. La pratica militare impediva anche la pratica del digiuno e altre forme di penitenza, come il cilicio, che avrebbero indebolito il fisico.

Furono isolati quattro punti cardinali nell'etica dell'aristocrazia militare che si prestavano al progetto del nuovo ordine: il culto del vigore fisico, il coraggio unito al senso dell'onore, la lealtà al proprio gruppo, lo spirito di sacrificio.

Le quattro virtù della mentalità cavalleresca vennero associati ai valori cristiani che si prestavano al caso, che avrebbero creato una specie di cavaliere perfetto, sublimato attraverso la vita religiosa.

L’orgoglio dell’aristocrazia militare era l’ostacolo più difficile da superare. La soluzione fu trovata con un compromesso: bisognava essere umilissimi per sé stessi pur essendo sommamente orgogliosi di appartenere al Tempio. I Cavalieri del Tempio dovevano essere esenti da comportamenti meschini, irriverenti e volgari. Dovevano meritare e alimentare l’ammirazione del prossimo, obbedire sempre al maestro. Non dovevano ambire a cose migliori di quelle che già avevano, ma addirittura dare all'elemosiniere il decimo del proprio pane.

Il loro aspetto esteriore doveva essere curato per dare una sensazione di ordine e pulizia, ma allo stesso tempo doveva ispirarsi alla sobrietà  che contraddistingueva sempre il loro comportamento. Non era ammesso nulla di superfluo. Non erano ammessi collane e speroni, così come l'argento e l'oro era vietato nei morsi o nei finimenti.

Il culto speciale era riservato ai fratelli defunti, per i quali alle orazioni si aggiungeva la cura delle necessità di un povero per 40 giorni. Una cura particolare era poi dedicata ai malati, come se "si servisse Cristo in loro: il detto evangelico << sono stato infermo e mi visitaste>>  sia attentamente ricordato".

L'umiltà era tenuta sempre in primo piano, sia nei confronti delle cose tanto da non poter avere bauli e sacchi con lucchetti, sia nei confronti delle persone, tanto da avere il divieto di provocare l'ira nel prossimo.

La prima stesura della regola fu redatta in latino e comprendeva 72 articoli, un numero dai numerosi contenuti simbolici. Una decina di anni più tardi fu tradotta in francese. Una traduzione non letterale, ma nemmeno troppo libera.

Fu modificato lo schema, per coerenza e razionalizzazione degli articoli. Gli articoli della versione latina che riguardano lo stesso argomento non sono tutti vicini. La versione francese, invece, li raggruppa.

Una modifica significativa, invece, mutò completamente il significato di un articolo riguardante i cavalieri scomunicati che avevano l’intenzione di entrare nell’ordine. Nella regola latina era infatti scritto:"Potete andare là dove sapete che si sono radunati cavalieri non scomunicati". Nella versione francese la negazione fu tolta e l’articolo diventò:"Vi ordiniamo di andare là dove sapete che si sono radunati cavalieri scomunicati". Quindi, dall’entrata in vigore della regola tradotta in francese anche i cavalieri scomunicati potevano entrare nell’ordine del Tempio. Un’apertura quantomeno strana da parte di cavalieri che erano contemporaneamente anche frati. Però, continuando a leggere l’articolo della versione francese si trova:"Vi ordiniamo di accoglierlo a condizione che egli si presenti davanti al vescovo della provincia e gli esprima la sua intenzione. E quando questo l’avrà ascoltato assolto […] che sia accolto con misericordia. In nessun’altra maniera i fratelli del Tempio devono avere a che fare con un uomo manifestamente scomunicato…".

I cavalieri scomunicati non erano più rifiutati, ma se volevano entrare nell’ordine del Tempio dovevano riconciliarsi con la Chiesa ed essere sciolti dalla scomunica. Non ci si limitava al solo reclutamento, ma si aiutava anche il peccatore a ottenere la salvezza.

Dopo la traduzione non ci furono più modifiche, ma ci furono aggiunte di articoli a più riprese. L’insieme di questi articoli prendono il nome di <<capoversi>>, anche se in realtà questo termine riguarda soprattutto gli articoli gerarchici dell’ordine. La regola ebbe quindi diversi gruppi di articoli aggiunti a quelli originali: i capoversi o statuti gerarchici, l’elezione del maestro, le punizioni, la vita conventuale, la conduzione dei capitoli, le penitenze, le nuove punizioni e l’accoglienza nell’ordine.

Secondo la numerazione degli articoli fornita da Henri de Curzon, arriviamo ad un totale di 678 articoli.

Quanto era diffusa o conosciuta la regola tra i Templari? Di certo era letta in forma abbreviata durante l cerimonia di ammissione. Se è vero che la trasmissione orale e la traduzione in lingua volgare era dovuta alla mancanza di cultura dei Templari non si deve nemmeno esagerare nel ritenerli più ignoranti di quanto in realtà non fossero. Essere “illetterato” significava semplicemente non conoscere il latino. E' presumibile che ogni casa Templare importante avesse una copia della regola.

 

L’elogio della nuova cavalleria

Un'altra famosa opera di Bernardo di Chiaravalle dedicata ai Templari è il "De laude novae militiae ad Milites Templi", o semplicemente  "l'elogio della nuova cavalleria". La nuova cavalleria è ovviamente l'ordine del Tempio.

La data della sua composizione è incerta. E’ indirizzato a “Hugues, cavaliere di Cristo e maestro della cavalleria di Cristo”, quindi inevitabilmente risale al periodo in cui Hugues de Payns fu maestro. Gli storici generalmente ne collocano la redazione nel 1130-1131, dopo il concilio di Troyes e prima della morte di Hugues de Payns, avvenuta nel 1136.

Nel De Laude il Tempio non è indicato come ordo. Bernardo parla solo di cavalleria di Cristo. Ora, la regola composta al concilio di Troyes dà il nome che da quel momento in poi assumerà l’ordine. Inoltre nel testo si annuncia la nuova cavalleria. E’ in divenire, una promessa. Nel testo, poi, non si fa alcuna allusione alla regola. Tutti questi elementi fanno pensare a Dominic Selwood, un autore di libri sul Tempio, che il del Laude sia quindi antecedente al concilio di Troyes.

Si può dividere l'opera in 3 parti: un prologo, una prima parte ed una seconda. Numerose sono le citazioni della Sacra Scrittura, quasi a legittimare questa nuova milizia con il Vangelo.

Nel prologo Bernardo si rivolge a Hugues, scusandosi quasi di averlo fatto aspettare a lungo prima di scriverla. Questo sembra confermare il fatto che Hugues de Payns si sia rivolto a Bernardo quando è arrivato in Europa e che quest'ultimo lo abbia ignorato per un periodo abbastanza lungo.

Nella prima parte del De Laude si descrive la missione che compete ai cavalieri di Cristo: "Essi combattono senza tregua una duplice battaglia, sia contro la carne ed il sangue, sia contro gli spiriti maligni del mondo invisibile".

La seconda parte, infine, parla della missione dei Templari in Terrasanta: difendere la terra del Signore e rendere sicure le strade che conducono a Gerusalemme e agli altri luoghi santi.

La missione di questa nuova cavalleria sarebbe quindi quella di condurre i poveri ei deboli sulle vie che Cristo stesso ha percorso. Secondo Jean Leclercq, il De Laude potrebbe essere interpretato come un manuale di pellegrinaggio.

Ritornando alla prima parte, decisamente la più famosa, Bernardo contrappone la cavalleria secolare alla nuova milizia. Denuncia e compatisce la cavalleria secolare: superficiali, frivoli, fanatici della vanagloria, coperti d’oro e languidi nelle loro ricche stoffe di seta. Giocando con le parole, chiama la cavalleria secolare "malizia" e non milizia.

La nuova cavalleria, invece, è lo strumento  "con il quale il Signore conduce instancabilmente e congiuntamente un duplice combattimento, contro la carne ed il sangue e contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti".

Il nuovo cavaliere è rivestito di una duplice armatura del ferro e della fede, non teme nulla, né la paura, né il maligno, né la morte.

Legittima il mestiere del soldato, facendo leva sull’insegnamento di Cristo e sviluppa l’idea di una guerra difensiva in Terra Santa, contaminata dagli infedeli. Facendo riferimento ad un passo del Vangelo, afferma che "se ferire di spada fosse stato del tutto illecito per il Cristiano, perchè dunque l'araldo del Salvatore avrebbe prescritto ai soldati di essere contenti dei loro stipendi (LC., 3,14) e non avrebbe piuttosto interdetto loro l'uso di ogni arma?".

L'assassinio è quindi giustificato se è commesso per la gloria di Dio e non per superbia o ira. Quando si uccide giustamente, non si è più omicidi ma "<<malicidi>> e vendicatori di Cristo nei confronti di coloro che operano il male".

Bernardo descrive le virtù di questi cavalieri. Non siedono mai oziosi, non gironzolano curiosi. Mai una parola insolente, una risata sguaiata o una mormorazione, per quanto leggera. Non ci sono preferenze tra loro: il rispetto è dato al migliore, non al più nobile di natali.

Sono umili, obbedienti, disciplinati. Rifiutano le ricchezze, le cure del corpo e l’ozio. Rifiutano i piaceri tipici della loro classe sociale, come ad esempio la caccia. Respingono con disprezzo mimi, maghi, narratori, buffonate, canzoni, giochi e spettacoli come fossero vanità senza alcun valore.

Quando però giunge l'ora della battaglia, solo allora lasciano la dolcezze e la mitezza. Si armano dentro con la fede e fuori col ferro e non con l'oro. Sono armati e non ornati. Gli avversari devono avere terrore e non invidia di loro. Non si curano nemmeno del numero dei loro nemici, perchè "hanno appreso a non confidare nelle proprie forze, ma ad attendere la vittoria dal volere del Dio degli eserciti".

Per queste ragioni sono allo stesso tempo più miti degli agnelli e più feroci dei leoni.

Secondo Bernardo, ed è così che conclude la prima parte, Dio stesso ha scelto per sè tali uomini.

 

Ascesa e declino dell'Ordine

Il definitivo riconoscimento da parte delle Autorità ecclesiastiche dette un fortissimo impulso ai Templari che cominciarono ad ottenere privilegi, a crescere di numero, importanza sotto il profilo militare, di prestigio e di potenza economica e finanziaria e, quindi, politica.

Il fatto che l'Ordine fosse sottoposto unicamente all'autorità della Chiesa, lo rendeva tanto forte quanto libero di agire. L'Ordine, infatti, era esente da ogni tipo di imposizione fiscale e dall'ubbidienza nei confronti dei poteri temporali, sia laici sia ecclesiastici.

Circa due secoli più tardi, la potenza e l'influenza politica dei Templari erano divenuti impressionanti, anche se i territori conquistati dai Crociati erano stati perduti.

I tentativi di unificare gli Ordini religiosi cavallereschi in un solo grande Ordine, secondo le intenzioni della Chiesa, trovarono fortissime resistenze sia da parte dei rispettivi Maestri degli Ordini interessati, sia da parte degli stessi Stati cristiani, che temevano il formarsi di una potenza finanziaria e militare incomparabilmente superiore a quella dei singoli Stati che avrebbero dovuto ospitarla nei loro territori.

Il Re di Francia, Filippo il Bello, sfruttando la passività dal Papa Clemente V, riuscì con un abile colpo di mano ad arrestare in massa i Templari, specialmente francesi, sottoponendoli a lunghe reclusioni, torture ed infine al rogo.

I loro beni vennero confiscati e Clemente V, con la Bolla Vox in excelso, del 22 marzo 1312 sospese l'Ordine.

Recentemente è stato ritrovato un documento (la pergamena di Chinon), che dimostra che nel 1308 il Papa Clemente V concesse l'assoluzione sacramentale al Gran Maestro dell'Ordine e ai restanti maggiorenti, togliendo loro la scomunica e riammettendoli nella comunione della Chiesa Cattolica.

 

L'Ordine dopo il 1312

Anche se riammesso nella Chiesa dal Papa Clemente V, il Gran Maestro dei Templari Jaques De Molay fu giustiziato sul rogo da Filippo il Bello il 18 marzo 1314.

L'assoluzione non portò quindi alla sua liberazione, nè, tantomeno, alla ritiro della sospensione dell'Ordine.

Non tutti i Cavalieri, però, furono arrestati ed uccisi. Diverse nazioni si rifiutarono di seguire Filippo il Bello nella sua decisione.

Fatto sta che comunque dopo il 1314 la storia dei Templari entra nella leggenda.

C'è un documento, non riconosciuto autentico da alcuni storici, chiamato Charta di Larmenius (o Carta di Larmenio), che attesterebbe che l'Ordine sia continuato nel tempo anche se nell'ombra, fino al 1804 quando Bernard Raymond Fabré Palaprat si proclamò Gran Maestro e riportò nuovamente alla luce l'Ordine Templare.

PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia PTSM protettorato templare san michele arcangelo templari cavalieri aristocrazia